Nel solo 2020, il settore culturale e creativo dell’UE ha subito perdite sul fatturato di oltre il 30% e una perdita cumulativa di 199 miliardi di euro:
- Settori della musica: – 75%
- Settore arti dello spettacolo: – 90%
A ciò si aggiunga che anche prima della pandemia il settore era governato da reddito instabile, lavoro non retribuito e insicurezza sul lavoro.
Il tendenziale silenzio dei singoli Stati è stato interrotto dalla voce del Parlamento europeo.
Con risoluzione dello scorso 20 ottobre 2021, il PE ha invitato la Commissione a proporre uno “statuto europeo dell’artista” che definisca un quadro comune sulle condizioni di lavoro e standard minimi sociali per tutti i Paesi UE.
Vengono quindi esortati Stati membri e Commissione a prendere misure specifiche per salvaguardare uno standard minimo di reddito per gli artisti e i professionisti della cultura sui seguenti punti fondamentali:
- Migliorare urgentemente le condizioni professionali degli artisti
- Richiesta di programmi transfrontalieri per giovani creatori e innovatori
- Protezione più efficace dalle piattaforme di streaming dominanti per autori e interpreti
In particolare, si è discusso dei seguenti problemi:
Mobilità transfrontaliera
Le differenze legislative domestiche sullo status giuridico degli artisti ostacolano la collaborazione e il lavoro transfrontaliero.
Introiti da copyright e piattaforme di streaming
Le c.d. “clausole di buyout” consentono di acquistare dall’artista il pieno diritto d’autore in cambio di un pagamento una tantum e privandolo così delle royalties.
Difendere la libertà artistica
Necessita difendere la libertà artistica e a garantire che i cittadini europei possano godere liberamente delle creazioni artistiche.