Federico Allavelli
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Artisti: (forse) l’Europa non li lascia indietro

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Nel solo 2020, il settore culturale e creativo dell’UE ha subito perdite sul fatturato di oltre il 30% e una perdita cumulativa di 199 miliardi di euro:

  • Settori della musica: – 75%
  • Settore arti dello spettacolo: – 90%

A ciò si aggiunga che anche prima della pandemia il settore era governato da reddito instabile, lavoro non retribuito e insicurezza sul lavoro.

Il tendenziale silenzio dei singoli Stati è stato interrotto dalla voce del Parlamento europeo.

Con risoluzione dello scorso 20 ottobre 2021, il PE ha invitato la Commissione a proporre uno “statuto europeo dell’artista” che definisca un quadro comune sulle condizioni di lavoro e standard minimi sociali per tutti i Paesi UE.

Vengono quindi esortati Stati membri e Commissione a prendere misure specifiche per salvaguardare uno standard minimo di reddito per gli artisti e i professionisti della cultura sui seguenti punti fondamentali:

  • Migliorare urgentemente le condizioni professionali degli artisti
  • Richiesta di programmi transfrontalieri per giovani creatori e innovatori
  • Protezione più efficace dalle piattaforme di streaming dominanti per autori e interpreti

In particolare, si è discusso dei seguenti problemi:

Mobilità transfrontaliera

Le differenze legislative domestiche sullo status giuridico degli artisti ostacolano la collaborazione e il lavoro transfrontaliero.

Introiti da copyright e piattaforme di streaming

Le c.d. “clausole di buyout” consentono di acquistare dall’artista il pieno diritto d’autore in cambio di un pagamento una tantum e privandolo così delle royalties.

Difendere la libertà artistica

Necessita difendere la libertà artistica e a garantire che i cittadini europei possano godere liberamente delle creazioni artistiche.

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