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Contratti a termine e periodo di prova: novità per i datori da gennaio 2025

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Il periodo di prova fa riferimento a una clausola cd. accessoria che può essere inserita o meno all’interno del contratto di lavoro.

È un elemento di reciproco interesse tra le parti contraenti poiché da una parte, il datore di lavoro può valutare le capacità e la professionalità del lavoratore e, dall’altra, il lavoratore può valutare la prosecuzione del rapporto di lavoro instaurato.

 

La Legge 203/2024, con le nuove disposizioni in materia di lavoro, ha apportato significativi cambiamenti alla disciplina di questa clausola, intervenendo su un istituto da sempre delicato e suscettibile di contenziosi.

 

Le nuove disposizioni entrano in vigore dal 12 gennaio e stabiliscono una regolamentazione più chiara e precisa, in particolar modo riguardo ai contratti a tempo determinato.

Per quest’ultimi, infatti, la durata del periodo di prova è ora fissata in

un giorno di effettiva prestazione

per ogni 15 giorni di calendario

a partire dalla data di inizio del rapporto.

 

Sono anche stati introdotti limiti minimi e massimi:

  • Termine infrasemestrale: minimo 2 giorni massimo 15 giorni
  • Termine tra 6 e 12 mesi: massimo 30 giorni
  • Termine oltre 12 mesi: proporzionale alla durata complessiva rispettando 1 giorno ogni 15 di calendario.

 

Queste disposizioni si applicano salvo previsioni più favorevoli stabilite dai contratti collettivi, siano essi nazionali, territoriali o aziendali.

 

Un altro aspetto significativo riguarda la sospensione del periodo di prova.

Eventi come malattia, infortunio o congedo obbligatorio di maternità o paternità comportano un prolungamento automatico di detto periodo, garantendo così il pieno svolgimento della fase di valutazione, che costituisce il primo approccio per entrambe le parti.

 

La normativa conferma, in caso di svolgimento delle medesime mansioni, l’impossibilità di sottoporre un lavoratore a un nuovo periodo di prova in caso di rinnovo del contratto, secondo un principio che tutela il dipendente da eventuali abusi, assicurando coerenza e continuità nel rapporto di lavoro.

 

Queste modifiche puntano a garantire maggiore trasparenza e tutela sia per i datori di lavoro sia per i dipendenti, limitando i rischi di contenzioso e rafforzando la certezza del diritto nelle relazioni lavorative. La regolamentazione, tuttavia, lascia ampio spazio alla contrattazione collettiva, che può stabilire disposizioni ancora più favorevoli per i lavoratori.

Lo Studio è a disposizione per ogni esigenza in tema.

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