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Contratti di somministrazione oltre i 24 mesi: implicazioni legali per i datori

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Il contratto di somministrazione è una forma particolare di rapporto di lavoro.

Tale contratto prevede una struttura triangolare, coinvolgendo tre soggetti:

  • L’agenzia per il lavoro
  • L’impresa utilizzatrice
  • Il lavoratore somministrato

In Italia la disciplina è dettata dal Decreto Legislativo n. 81/2015, che ha sostituito la precedente disciplina contenuta nel Decreto Legislativo 276/2003 (Legge Biagi).

Di recente, la Corte di cassazione, con la sentenza n. 29577 del 2025, ha stabilito dei limiti temporali per la somministrazione di lavoro a termine presso lo stesso utilizzatore.

Tale pronuncia ha avuto notevoli ripercussioni sul piano pratico, incidendo su imprese, agenzie di somministrazione e lavoratori coinvolti.

Secondo la sentenza, il superamento della soglia dei 24 mesi di somministrazione di lavoro presso un medesimo utilizzatore comporta la nullità del contratto, che coinvolge i tre soggetti del rapporto (agenzia, utilizzatore e lavoratore).

In caso di superamento del termine, il lavoratore acquisisce il diritto di richiedere l’instaurazione di un rapporto di lavoro subordinato direttamente con l’impresa utilizzatrice.

Questa disposizione mira a garantire maggiore tutela ai lavoratori, prevenendo forme di “abuso” nella somministrazione di lavoro a lungo termine e favorendo la stabilità occupazionale.

Le imprese e le agenzie di somministrazione devono pertanto prestare particolare attenzione al rispetto di questa normativa per evitare le conseguenze legali derivanti dal superamento del termine previsto.

Lo Studio rimane a disposizione per eventuali chiarimenti.

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