Il datore di lavoro può erogare, nel corso del rapporto di lavoro, un’anticipazione dell’incentivo all’esodo, quale somma direttamente correlata alla cessazione del rapporto di lavoro, applicando l’imposta separatamente (artt. 17 e 19 TUIR).

Questo quanto confermato dall’Agenzia delle Entrate con Risposta n. 177 dello scorso16 marzo 2021.

Nel caso analizzato, la Società istante, nell’ambito di un piano di risanamento e ristrutturazione aveva avviato una procedura di licenziamento collettivo.

Ai lavoratori che volontariamente avessero aderito al programmato piano di uscite e di non opposizione al licenziamento sarebbe stato riconosciuto, in aggiunta alle spettanze di fine rapporto per legge e contrattualmente dovute, un incentivo economico all’esodo.

Salvo conguaglio all’atto della liquidazione definitiva, sulle anticipazioni e sugli acconti relativi al trattamento di fine rapporto e alle indennità equipollenti, nonché sulle anticipazioni relative alle altre indennità e somme, si applica l’aliquota determinata, rispettivamente, a norma dei commi 1, 2 e 2-bis, considerando l’importo accantonato, aumentato delle anticipazioni e degli acconti complessivamente erogati e al netto delle rivalutazioni già assoggettate ad imposta sostitutiva.

Art 19, comma 4, TUIR

sul regime fiscale applicabile

 

Con tale disposizione, pertanto, il legislatore ha previsto che il datore di lavoro possa erogare, nel corso del rapporto di lavoro, un’anticipazione dell’incentivo all’esodo, quale somma direttamente correlata alla cessazione del rapporto di lavoro, ovvero che trovi la sua ragione nell’accordo volto alla cessazione anticipata del rapporto di lavoro.

Agenzia delle Entrate

Il sostegno economico in esame, quindi, è legato alla cessazione del rapporto di lavoro e il legislatore, per tale tipologia di emolumento, ha previsto una corresponsione anche in forma anticipata.