Il 25 novembre rappresenta una data cardine dedicata alla sensibilizzazione e alla promozione dell’eliminazione della violenza sulle donne, un fenomeno purtroppo ancora oggi fortemente diffuso anche nel nostro Paese.
Istituita dall’ONU nel 1999, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne nasce in memoria delle sorelle Mirabal, brutalmente assassinate il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana mentre si recavano a far visita ai loro mariti, detenuti come prigionieri politici durante la dittatura di Rafael Leónidas Trujillo.
In Italia, l’iniziativa ha acquisito crescente rilevanza a partire dai primi anni Duemila, grazie al contributo dei centri antiviolenza e delle numerose associazioni che hanno iniziato a promuovere incontri, dibattiti e attività di sensibilizzazione.
Tale impegno ha progressivamente ampliato la risonanza della Giornata, fino a generare, negli ultimi anni, manifestazioni pubbliche sempre più numerose e partecipate.
Questo rinnovato interesse sociale e culturale ha favorito anche un importante fermento normativo, volto a colmare i precedenti limiti nella corretta attuazione della Convenzione di Istanbul, primo strumento internazionale giuridicamente vincolante contro la violenza sulle donne e la violenza di genere.
Tra gli interventi legislativi più significativi si segnala la modifica dell’art. 609-bis c.p. in materia di violenza sessuale.
L’approvazione dell’emendamento ha introdotto un comma ulteriore, posto in apertura della disposizione, che recita:
«Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali è punito con la reclusione da sei a dodici anni».
Questa precisazione normativa rafforza il quadro di tutela della vittima e conferma la necessità di un’azione efficace e tempestiva contro ogni forma di abuso.
Ne emerge, in particolare, l’importanza di contrastare la violenza di genere, intesa come qualsiasi forma di violenza esercitata contro una persona in ragione del suo genere o delle aspettative sociali ad esso collegate.
Si tratta di un fenomeno che richiede non solo strumenti repressivi adeguati, ma anche un costante impegno culturale e istituzionale finalizzato alla prevenzione.
Lo Studio rimane a disposizione per eventuali chiarimenti.