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L’accordo pluricollettivo nella previdenza complementare

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Un accordo pluricollettivo è uno strumento di contrattazione collettiva avanzata, sottoscritto da una pluralità di organizzazioni sindacali e datoriali appartenenti a settori produttivi differenti.

Si caratterizza per la capacità di incidere su più Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL), regolando in modo uniforme materie trasversali di interesse comune.

Tale modello negoziale mira a semplificare la disciplina collettiva, promuovendo coerenza normativa tra comparti diversi.

In ambito previdenziale, l’accordo pluricollettivo ha assunto un ruolo sempre più rilevante.

In particolare, consente di disciplinare in maniera condivisa aspetti centrali della previdenza complementare: modalità di adesione ai fondi pensione negoziali, decorrenze, livelli contributivi, e criteri gestionali.

La finalità è quella di promuovere una maggiore diffusione dei fondi pensione e di rafforzare il cosiddetto “secondo pilastro” del sistema pensionistico italiano.

A differenza di quanto avviene con la contrattazione collettiva settoriale, l’accordo pluricollettivo permette di concentrare in un’unica sede negoziale decisioni che altrimenti sarebbero prese singolarmente da ciascuna categoria.

Ciò comporta numerosi vantaggi, tra cui:
– la semplificazione dell’accesso alla previdenza complementare da parte dei lavoratori;
– l’adozione di regole omogenee tra settori affini o interconnessi;
– l’ampliamento della platea degli iscritti e una maggiore sostenibilità dei fondi nel lungo periodo.

Tra le disposizioni più ricorrenti in questa tipologia di accordi si segnalano:
– l’iscrizione automatica (cd. silenzio-assenso) dei lavoratori neoassunti ai fondi pensione negoziali di riferimento;
– l’obbligo di contribuzione datoriale minima, anche in mancanza di contribuzione attiva da parte del lavoratore;
– l’introduzione di criteri di gestione condivisi o uniformati tra fondi differenti, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza amministrativa e la governance degli enti previdenziali.

Dal punto di vista giuridico, l’accordo pluricollettivo si colloca nell’ambito della contrattazione collettiva di secondo livello, trovando fondamento nel principio costituzionale dell’autonomia collettiva (art. 39 Cost.). Non rappresenta una nuova fonte del diritto, bensì una modalità organizzativa della contrattazione esistente, che consente di coordinare e armonizzare più CCNL rispetto a materie di interesse trasversale.

In termini pratici, la sottoscrizione o l’applicazione di un accordo pluricollettivo comporta implicazioni significative per le imprese, i consulenti del lavoro e i responsabili delle risorse umane.

Tra queste, rientrano l’adeguamento agli obblighi contributivi previsti, la revisione delle politiche di welfare aziendale e l’eventuale aggiornamento della contrattualistica interna.

In un contesto demografico ed economico in continua evoluzione, la previdenza complementare rappresenta oggi una delle leve principali per garantire ai lavoratori un futuro pensionistico più stabile.

In quest’ottica, l’accordo pluricollettivo si configura come uno strumento strategico, capace di superare le resistenze individuali all’adesione volontaria e di contribuire a un sistema pensionistico più solido, inclusivo e coerente.

Lo Studio rimane a disposizione per qualsiasi chiarimento.

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